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Elezioni Amministrative in Sicilia: in attesa della legge regionale è sicuro lo slittamento

Catania Luciano • 10 Marzo 2021

elezioni-amministrative-sicilia-slittamentoSi attende la legge regionale, ma anche per le Elezioni Amministrative in Sicilia è ormai sicuro lo slittamento.


Consultazioni elettorali rinviate ad una data tra il 15 settembre ed il 15 ottobre 2021, per tutto il territorio nazionale, con un dubbio che riguarda le elezioni amministrative siciliane (nessuna perplessità, invece, per le elezioni suppletive per i seggi della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica dichiarati vacanti entro il 31 luglio 2021).

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del presidente, Mario Draghi, e del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha approvato il decreto legge 5 marzo 2021, n. 25, che introduce disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l’anno 2021.

Il testo, in continuità con i provvedimenti analoghi già approvati nel 2020, dispone che le elezioni previste nell’anno in corso si svolgano in una data compresa tra il 15 settembre e il 15 ottobre 2021.

Il provvedimento è stato adottato tenuto conto del perdurare dell’epidemia Covid-19 e dell’esigenza di evitare fenomeni di assembramento, e di assicurare che le operazioni di voto si svolgano in condizioni di sicurezza per la salute dei cittadini, anche in considerazione della campagna vaccinale in corso.

La situazione siciliana

In Sicilia, l’art. 8 del Decreto Presidenziale 20 agosto 1960, n. 3 (Approvazione del Testo unico delle leggi per la elezione dei consigli comunali nella Regione Siciliana), sancisce che la data delle elezioni è fissata, previa deliberazione della giunta regionale, con decreto dell’assessore regionale per gli enti locali, da emanarsi non oltre il sessantesimo giorno ed, eccezionalmente, non oltre il cinquantacinquesimo giorno precedente quello della votazione.

Qualora, per sopravvenute cause di forza maggiore non si possa fare luogo alle elezioni per la data fissata dal decreto di convocazione dei comizi, l’assessore regionale per gli enti locali può disporre il rinvio con proprio decreto da rendere noto con manifesto del sindaco o del commissario.

Non spetterebbe, quindi, al Consiglio dei Ministri stabilire il differimento delle consultazioni elettorali amministrative in Sicilia.

Elezioni Amministrative in Sicilia: in attesa della legge regionale è sicuro lo slittamento

In tema di pandemia da Covid-19, però, vi è una competenza legislativa esclusiva dello Stato, a titolo di profilassi internazionale.

Il legislatore regionale, anche se dotato di autonomia speciale, non può invadere tale competenza, disattendendo la normativa statale.

E’ quanto si legge nel comunicato della Corte Costituzionale del 24 febbraio 2021, con cui viene anticipato l’esito del giudizio sulla questione di legittimità costituzionale sollevata dal Governo nei confronti della Legge regionale della Val d’Aosta n. 11/2020, già sospesa in via cautelare dalla Consulta con ordinanza n. 4/2021.

Il Governo regionale siciliano, quindi, deve dare applicazione al contenuto del D.L. n. 25/2021 e non può esercitare pienamente la specialità del proprio Statuto, almeno per quanto riguarda le misure di contenimento della diffusione del coronavirus. Pertanto, per quanto riguarda le elezioni amministrative in Sicilia è sicuro lo slittamento.

Per evitare inutili conflitti istituzionali e per dare certezza ai Comuni chiamati al voto, sarebbe dunque opportuno che l’Assemblea Regionale Siciliana legiferasse quanto prima sulla materia, per gli aspetti di propria competenza.

Quali sono le elezioni interessate dal rinvio?

Dal rinvio sono interessate:

  • le elezioni dei consigli comunali e circoscrizionali previste tra il 15 aprile e il 15 giugno 2021;
  • le elezioni amministrative nei comuni i cui organi sono stati sciolti per fenomeni di infiltrazione mafiosa, anche se già indette, tramite integrale rinnovo del procedimento di presentazione delle liste e delle candidature;
  • le elezioni amministrative nei comuni i cui organi devono essere rinnovati per motivi diversi dalla scadenza, se le condizioni che ne rendono necessario il rinnovo si verificano entro il 27 luglio 2021.

Competenza della Regione Sicilia su liste, candidature e gestione commissariale degli Enti

Sulla nuova data delle elezioni e sulle modalità di presentazione delle liste e delle candidature, la competenza resta della Regione Siciliana.

Parimenti della Regione è la competenza sull’eventuale gestione commissariale degli enti ad eccezione di quelle derivanti dallo scioglimento degli organi per infiltrazioni mafiose.

In quest’ultimo caso, è il D.L. n. 25/2021 che, all’art. 1, comma 2, stabilisce che, fino al rinnovo degli organi, è prorogata la durata della gestione della commissione straordinaria di cui all’articolo 144 del testo unico degli enti locali (D.Lgs. n. 267/2000).

Dallo slittamento delle elezioni amministrative, ne segue la frana della data di svolgimento delle elezioni di secondo livello per le ex Province, già oggetto di ennesimo rinvio con l’art. 12 della L.r. 10 febbraio 2021, n. 5 che prevede il termine per le consultazioni sia fissato entro trenta giorni dall’insediamento degli eletti nei Comuni interessati dal rinnovo degli organi nel turno ordinario per l’anno 2021 (ora fissato tra il 15 settembre ed il 15 ottobre 2021).

Un primato non invidiabile

Lo scandalo di una democrazia commissariata raggiungerà così il non invidiabile primato di nove anni, mentre le ultime elezioni a suffragio universale per il governo delle istituzioni di area vasta risalgono addirittura al 2008.

Dopo quasi un decennio dal proclama dell’allora presidente della Regione, Rosario Crocetta, lanciato in una celebre puntata de “L’Arena” di Giletti sulla Rai, nel quale si annunciava che la Sicilia sarebbe stata la prima regione d’Italia ad abolire le province, arriva l’ennesimo rinvio delle elezioni dei nuovi vertici degli Enti di area vasta.

Malgrado sia trascorso il tempo di quasi due mandati, le ex Province continuano, contro ogni regola costituzionale e norma di democrazia, ad essere governate da commissari straordinari.

La prima normativa con la quale si mise mani alla creazione di Liberi Consorzi e Città metropolitane è, infatti, la legge regionale 27 marzo 2013, n. 7, recante “Norme transitorie per l’istituzione dei liberi Consorzi comunali” (le Province erano, però, già commissariate).

A seguire ci sono state le leggi regionali n. 8/2014, n. 26/2014, n. 15/2015, n. 28/2015, n. 5/2016, n. 8/2016, n. 15/2016, n. 23/2016, n. 2/2017, n. 17/2017, n. 7/2018, n. 16/2018, n. 23/2018 ed 8/2019 ed almeno altre tre leggi di rinvio.

Una grandinata di norme, sintomo della confusione con la quale si è agito, sulla base di una apodittica volontà di soppressione delle ex Province.Le disposizioni della legge Delrio (L. 56/2014) ed il loro forzato recepimento in Sicilia (giacché considerata, dalla Corte Costituzionale, norma di grande riforma istituzionale) restano una brutta disciplina, ma la sua applicazione in Sicilia è diventata addirittura scandalosa.

Adesso sarà necessario un ennesimo intervento dell’Assemblea Regionale Siciliana che, sprezzante del normale senso del pudore, dovrà sancire che i commissariamenti si prolungheranno bel oltre il 15 settembre 2021, data ultima attualmente prevista dalla L.r. n. 5/2021.

 

Fonte: articolo di Luciano Catania, segretario del Comune di Enna
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